L’acquerello è fatto di pigmenti colorati macinati.
Dipingere con gli acquerelli è una tecnica pittorica non più diffusa come forma d’arte, nonostante dall’Inghilterra, nacque questa importante espressione intorno alla seconda metà del XVIII secolo.
In Europa, il precursore della pittura ad acquerello fu l’affresco, dipinto su pareti e soffitti con colori ad acqua sull’intonaco fresco.
Sia Michelangelo che Leonardo da Vinci, in epoca rinascimentale, usarono ‘acquerelli’ su carta, delle bozze preliminari per poi dipingere a olio.
Questa tecnica, continuò tra il Settecento e l’Ottocento con artisti del calibro di Joseph Mallord e William Turner. Questi ultimi, capirono l’importanza del metodo dell’acquerello come strato trasparente, che coprisse il bianco della carta sottostante, creando un effetto luminoso che potesse diminuire in base alla quantità di colore utilizzato dagli artisti.
La qualità della carta fu fondamentale poiché doveva avere caratteristiche pronte ad assorbire la giusta quantità di colore, su superfici lisce, proprietà non facile da reperire in Europa durante quel periodo storico.
Tutto questo spiegherebbe perché questa tecnica pittorica non si sviluppò prima della fine dell’Ottocento.
Turner utilizzò la tecnica dell’acquerello con fluidità e semplicità di stesura che gli permise di catturare sensazioni.
L’artista è un esempio poiché non solo perfezionò questa tecnica, ma mostrò quali fossero le possibilità di queste espressioni pittoriche.
Da quel momento in poi, gli artisti compresero che l’acquerello fosse una tecnica sempre alla ricerca di un’ispirazione immediata.
Uno delle cause del probabile disuso dell’acquerello fu la mancanza del segno violento, così divenne una materia ‘senza materia’ e questo fu una delle ragioni che causò la fine della tecnica dello stesso.
Masart Gallery ha voluto argomentare con queste poche righe, l’essenza e l’anima dell’acquerello, come sorgente di sottili emozioni, umile e altisonante allo stesso modo.
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