PITTORI DALL’INFERNO. Racconti dalla Parigi di fine 800.

C’è stato un tempo a Parigi dove grandi nomi hanno illuminato e riempito pagine di

arte sublime.

Il fiume ideale aveva sfumature rosse come il vino di Borgogna e verdi come

l’assenzio di Ordinaire mentre il blu della Senna accompagnava nei sogni questi

artisti sulla riva sinistra della città, in quel momento al centro del mondo culturale tra

la fine dell’800 e l’inizio del 900.

La parola ‘maledetti’ riporta alla mente poeti di fama mondiale come Baudelaire,

Verlaine, Rimbaud, per citare i più conosciuti grazie anche alla pellicola di Holland,

cui viene raccontata con successo la storia dell’amore tormentata tra gli ultimi due poeti

citati qualche riga fa.

Droga, alcol, vite e amori difficili: il paradiso nelle mani, l’inferno nella testa.

Il mondo della pittura ha avuto simili personaggi con queste caratteristiche?

Cerchiamo di fare un confronto e provare ad elencare qualche grande pittore dal

passato turbolento.

Restiamo a Parigi, naturalmente.

Il periodo è sempre quello della Belle Époque. 

Nel quartiere di Pigalle, dentro un vecchio mulino trasformato successivamente in un

ristorante danzante, il genio di Henri de Toulouse-Lautrec mosse i primi passi da

pittore e studioso del fenomeno d’intrattenimento, immortalando su tela, ballerine e

scene di vita nel famoso Moulin Rouge, il locale del Can-Can.

Un gigante dell’arte alto poco più di 1,50cm a causa di una malattia che aveva colpito

il suo scheletro.

Henri de Toulouse-Lautrec con i suoi dipinti, divenuti veri e propri manifesti, ha

descritto il mondo della notte, degli eccessi, del proibito.

Morì con atroci sofferenze lasciando delle opere fondamentali per il mondo dell’arte

anche in ambito grafico.

Nella capitale francese si trovava anche un italiano, un livornese di nome Amedeo

Modigliani.

Il toscano viene ricordato come il re del nudo.

Alcol e droghe accompagnavano le sue serata bohémien nonostante anche egli

soffrisse di problematiche di salute molto importanti.

Modigliani con le sue donne sensuali ritratte dal collo infinito e dagli occhi scavati e

spiritati, quasi più a rimembrare delle maschere africane usate per riti apotropaici da

lontane tribù locali, ha lanciato una sfida al modernismo che a breve avrebbe seguito

le sue orme.

Pittore e scultore, i suoi tratti arcaici immersi nel futuro, lo pongono come uno  dei più

grandi artisti del ventesimo secolo.

Morì molto giovane e tragica fu la fine della moglie, che si suicidò in stato di

gravidanza, non sopportando la precoce perdita del suo amato Amedeo.

 

La ‘Città Lumiere’ ha visto protagonista anche un altro grande nome: Maurice Utrillo.

Oltre la città transalpina, troveremo sempre in comune con i precedenti pittori, il

malessere fisico e la dipendenza da alcol e droghe.

Utrillo ripetutamente combatteva attacchi di epilessia a colpi di vino, ‘offerti’; dalla

madre, proprio come in un antico rituale pagano e con la speranza (vana) di

risollevare il figlio dalla malattia o con lo scopo di propiziarsi qualche divinità.

Ovviamente questo portò il pittore alla dipendenza più assoluta e diede sponda

soprattutto alla formazione del carattere riservato e chiuso verso il mondo esterno,

che spietato, lo rinchiuse in manicomio varie volte.

I dipinti rappresentano il suo stato d’animo, sono quasi tutte raffigurazioni di strade,

tetti, chiese, dipinte affacciandosi da camere isolate con il resto dalla città o persino

da ricordi acquisiti grazie a delle cartoline.

Se ne andò dopo i settant’anni trascorrendo la sua esistenza alla ricerca del padre,

un artista anche lui, che lasciò Utrillo, l’artista di Montmartre, a vivere con questa

agonia nel cuore che lo spinse persino a firmare le sue opere con le iniziali del

cognome della madre.

Parigi e i Maudit.

Maledetti senza adepti, diavoli sfortunati e con storie fatte di pittura originalissima, di

sventure e malattie.

Gli eccessi, l’arte , l’alcol, si mescolavano nella notte stellata e non celata dalle luci

della città.

Rimane di loro (ne abbiamo elencati solo tre ma la lista sarebbe molto lunga)

l’estro, la genialità, i capolavori, sempre attuali e senza fine di questi artisti ‘venuti

dall’inferno’.

 

“Un tempo, se ben ricordo, la mia vita era un festino dove si schiudeva ogni cuore, ogni vino scorreva”

Arthur Rimbaud

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