Shu Takahashi è un artista che ha saputo sempre unire la pittura tradizionale giapponese con le pratiche più contemporanee, rifiutando di considerare la tela come mero supporto per l’immagine: Takahashi, infatti, la considera parte integrante dell’opera.
Questo per dire come Takahashi non è un pittore emotivo né simbolico, è invece prettamente percettivo.
La sua astrazione è di tipo spirituale, con cromie accese che si rifanno alle tradizioni filosofiche orientali.
Lo storico e critico d’arte Giulio Carlo Argan, nel ’71, scrisse: “Il segreto dei raffinati accostamenti coloristici di Takahashi sta nel fatto che le diverse qualità non possono combinarsi ma soltanto modularsi l’una con l’altra mediante il disegno dei loro limiti, e cioè componendosi come entità formali, plastiche”.
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